Contesto normativo

Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia (BUR n. 46 del 13 novembre 2024), è stata approvata la Deliberazione della Giunta Regionale n. 1622 del 31 ottobre 2024, contenente la relazione “Proposta per l’individuazione delle aree prioritarie a rischio radon in Friuli Venezia Giulia” e l’elenco dei Comuni della Regione classificati appunto come aree prioritarie. Tale aggiornamento si pone in continuità con quanto disposto dal D.Lgs. 101/2020 e dalle linee guida nazionali, rafforzando le azioni di prevenzione e controllo sul radon.

Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, che fuoriesce dal suolo e può infiltrarsi negli ambienti chiusi (abitazioni, luoghi di lavoro, scantinati, ecc.). In concentrazioni elevate rappresenta un rischio per la salute, in particolare per l’apparato respiratorio. Per questo, la normativa italiana – sia nazionale sia regionale – stabilisce soglie e obblighi di misura e di eventuale bonifica (o mitigazione) nei locali in cui si registrano valori oltre i 300 Bq/m³ di concentrazione media annua.

Il radon in Friuli Venezia Giulia: una panoramica

Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane con le più elevate concentrazioni medie di radon indoor.

Studi condotti dall’ARPA FVG hanno evidenziato che il valore medio annuo misurato al piano terra è di 153 Bq/m³, mentre il valore medio annuo stimato sulla popolazione è di 124 Bq/m³. Questi dati indicano una presenza significativa di radon in diverse aree della regione.

Mappatura delle aree prioritarie

Recenti mappature hanno individuato 51 comuni in Friuli Venezia Giulia classificati come “aree prioritarie” per la presenza di radon. In queste zone, almeno il 15% degli edifici supera il livello soglia di 300 Bq/m³, richiedendo interventi mirati per la mitigazione del rischio. Tra i comuni interessati figurano Ampezzo, Aviano, Codroipo, Tarvisio e alcune aree della città di Trieste, in particolare l’altopiano carsico. In totale, circa 209.000 residenti, pari al 17,5% della popolazione regionale, vivono in queste zone a rischio elevato.

Normativa Nazionale sul Radon

La normativa italiana in materia di radon è stata aggiornata con il Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101, che recepisce la direttiva europea 2013/59/Euratom. Questo decreto stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, fissando un livello di riferimento per la concentrazione di radon in aria pari a 300 Bq/m³ per abitazioni e luoghi di lavoro.

Successivamente, il Decreto Legislativo 25 novembre 2022, n. 203 ha introdotto disposizioni integrative e correttive al D.Lgs. 101/2020, rafforzando le misure di prevenzione e controllo dell’esposizione al radon. Inoltre, il Piano Nazionale d’Azione per il Radon 2023-2032, adottato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 gennaio 2024, delinea strategie e obiettivi per ridurre i rischi a lungo termine dovuti all’esposizione al radon, promuovendo misure preventive e di risanamento.

Obblighi per abitazioni e luoghi di lavoro

Il decreto impone agli esercenti di determinate tipologie di luoghi di lavoro l’obbligo di effettuare misurazioni della concentrazione di radon. Questi includono:

  • Luoghi di lavoro sotterranei.
  • Stabilimenti termali.
  • Luoghi di lavoro situati al piano terra o seminterrati nelle aree individuate come prioritarie dalle Regioni.
  • Specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano Nazionale d’Azione per il Radon.

Le misurazioni devono essere completate entro 24 mesi dall’inizio dell’attività o dalla pubblicazione delle aree prioritarie. Se la concentrazione di radon supera il livello di riferimento, l’esercente è tenuto ad adottare misure correttive per ridurre l’esposizione.

Sebbene non esista un obbligo generalizzato per le abitazioni private, il decreto incoraggia i proprietari a effettuare misurazioni, soprattutto se l’abitazione si trova in aree identificate come prioritarie. In caso di superamento dei livelli di riferimento, è raccomandata l’adozione di interventi di risanamento per ridurre la concentrazione di radon.

Mappa del Friuli Venezia Giulia che mostra la concentrazione media annua di radon misurata al piano terra, con colori dal verde (bassa concentrazione) al rosso (alta concentrazione).
Mappa del Friuli Venezia Giulia che mostra la distribuzione stimata della concentrazione media annua di radon indoor al piano terra, con colori dal verde (concentrazioni più basse) al rosso/viola (concentrazioni più elevate).

Le due mappe mostrano l’andamento della concentrazione di radon indoor nel Friuli Venezia Giulia, in due diverse campagne di misura condotte dall’ARPA FVG: la prima immagine si riferisce ai dati raccolti nell’ambito del progetto “RPA – Radon Prone Areas” (misura della concentrazione media annua a piano terra), mentre la seconda illustra i risultati stimati per il piano terra nella campagna “Radon 1000”. Entrambe le immagini provengono dalla documentazione ufficiale di ARPA FVG (cfr. i file “2005_09_Radon_prone_areas_FVG.pdf” e “02-Concettina-Giovani.pdf”).

Mappa del Friuli Venezia Giulia suddivisa in un reticolo regolare, in cui ogni cella riporta i valori medi di concentrazione di radon (in Bq/m³) rilevati e il numero di misure su cui è calcolata tale media. Le celle sono colorate in base a intervalli (0-50, 50-100, 100-200, 200-400, 400-500, 500-2000 Bq/m³).

Concentrazione media di radon per unità di griglia sul territorio del Friuli Venezia Giulia (campagna ARPA FVG)

Mappa del territorio del comune di Trieste, suddiviso per aree amministrative, con punti colorati in base ai valori di concentrazione di radon misurata: verde per 500 Bq/m³.

Distribuzione dei punti di misura del radon nel comune di Trieste (Bollettino FVG n°46)

Mappa del comune di Trieste suddiviso per circoscrizioni amministrative, con alcune aree colorate in rosso (aree prioritarie a rischio radon) e altre in verde (aree a basso rischio radon).

Classificazione del comune di Trieste secondo le circoscrizioni amministrative per livello di rischio radon (Bollettino FVG n°46)

Le Aree Prioritarie Identificate in Friuli Venezia Giulia

La Regione Friuli Venezia Giulia ha stabilito che rientrano nelle aree prioritarie tutti quei comuni e circoscrizioni in cui almeno il 15% degli edifici presenta una concentrazione di radon superiore ai 300 Bq/m³. Questa soglia, stabilita a tutela della salute pubblica, serve a concentrare gli sforzi di monitoraggio e risanamento in quelle località dove il superamento dei livelli di riferimento è più frequente e potenzialmente più pericoloso per la popolazione.

  • In provincia di Udine, tra le aree particolarmente critiche si segnalano Ampezzo, Bicinicco, Codroipo, Dogna, Mereto di Tomba, Ovaro, Prato Carnico e Sutrio, ma la lista include anche altri comuni con situazioni simili. In queste zone, la conformazione geologica e alcuni fattori edilizi specifici possono favorire l’accumulo di radon indoor, rendendo necessarie misure di prevenzione più incisive.
  • La provincia di Pordenone registra vari superamenti in comuni come Andreis, Arba, Aviano, Barcis, Maniago, Montereale Valcellina, Sequals e Spilimbergo. Qui la presenza di terreni ricchi di materiali lapidei o vulcanici, unita a un’edilizia talvolta datata, può aumentare il rischio di infiltrazione del radon dagli strati più profondi del suolo.
  • Per quanto riguarda la provincia di Trieste, i comuni di Duino Aurisina e Sgonico evidenziano una percentuale rilevante di edifici con valori superiori ai 300 Bq/m³, riconfermando che in alcune aree del Carso triestino, caratterizzato da terreni carsici fortemente fratturati, il gas può penetrare più facilmente negli ambienti chiusi.
  • Nella provincia di Gorizia, infine, è soprattutto Fogliano Redipuglia a richiedere maggiore attenzione. Anche qui, le amministrazioni locali, in collaborazione con gli organi di controllo regionale, sono impegnate a promuovere la misurazione del radon nelle abitazioni e nelle strutture a uso collettivo, così da identificare eventuali criticità e predisporre azioni di bonifica o mitigazione, quando necessario.

Il Caso Particolare di Trieste

La città di Trieste si trova in una condizione eccezionale dal punto di vista del radon, principalmente per via della sua peculiare conformazione geologica e della netta variabilità dei livelli di concentrazione tra un’area urbana e l’altra. Una parte significativa del territorio si sviluppa sull’altipiano carsico, caratterizzato da terreni calcarei e molto fratturati, che favoriscono la risalita di radon dal suolo. Al tempo stesso, le zone più vicine alla fascia costiera presentano situazioni differenti, con valori mediamente più contenuti, anche se rimane sempre necessaria un’attenzione costante alla qualità dell’aria indoor.

Proprio per questi motivi, si è ritenuto indispensabile classificare Trieste a livello di circoscrizioni amministrative, in modo da riflettere la reale eterogeneità del territorio. Sono emerse in particolare le seguenti aree di criticità:

  • Altipiano Ovest: 27,68% degli edifici con concentrazioni di radon che superano i livelli di riferimento.
  • Altipiano Est: 29,20%.

Tali valori indicano come alcune porzioni dell’altipiano triestino mostrino una frequenza più alta di superamenti rispetto ad altre zone della città. Questa distinzione diventa cruciale per adottare le misure di prevenzione e di risanamento più appropriate, al fine di ridurre i rischi per la salute degli abitanti. In definitiva, l’approccio calibrato sulle diverse realtà comunali di Trieste evidenzia quanto sia fondamentale un monitoraggio approfondito, finalizzato a comprendere meglio la distribuzione del radon e a garantire una tutela efficace della popolazione in tutte le aree interessate.

Come consultare la Delibera e la documentazione

Per consultare la delibera della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia n. 1622 del 31 ottobre 2024, che individua le aree prioritarie a rischio radon, è possibile accedere ai seguenti documenti ufficiali:

  • Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: La delibera è stata pubblicata nel Bollettino Ufficiale n. 46 del 13 novembre 2024. Il documento è disponibile in formato PDF al seguente link:

  • Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: Un comunicato relativo all’individuazione delle aree prioritarie a rischio radon è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 299 del 21 dicembre 2024. Il testo completo è consultabile qui:

Inoltre, l’ARPA Friuli Venezia Giulia mette a disposizione sul proprio sito web una sezione dedicata al radon nelle abitazioni, dove è possibile trovare ulteriori informazioni e documentazione correlata:

Per approfondimenti specifici o ulteriori dettagli, è consigliabile contattare direttamente gli uffici competenti della Regione Friuli Venezia Giulia o dell’ARPA FVG.

logo regione autonoma Friuli Venezia Giulia
logo Arpa Friuli Venezia Giulia

Cosa Fare Se Vivi in un’Area Prioritaria?

Se abiti in uno dei comuni individuati come a rischio radon, è fondamentale effettuare una misurazione del gas radon nella tua abitazione o attività commerciale. La misurazione è l’unico modo per conoscere i livelli di radon presenti e valutare la necessità di interventi di mitigazione.

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  • Monitoraggio continuo: installazione di dispositivi per il monitoraggio a lungo termine, con possibilità di rilevamento in tempo reale.

  • Progettazione di interventi di bonifica: soluzioni su misura per la riduzione delle concentrazioni di radon, inclusi sistemi di ventilazione forzata e tecniche di sigillatura delle vie di ingresso del gas.

  • Consulenza normativa: supporto nell’adempimento degli obblighi di legge relativi al radon, sia per abitazioni private che per ambienti lavorativi.

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Se il vostro Comune rientra nella lista delle “aree prioritarie a rischio Radon”, oppure se avete la necessità di monitorare gli ambienti di lavoro o abitativi ai sensi del D.Lgs. 101/2020, siamo pronti a supportarvi dall’analisi preliminare fino alle fasi di bonifica.