Il gas Radon emergente dal suolo o portato in superficie dalle acque terrestri si diffonde rapidamente nell’atmosfera, producendo in genere concentrazioni molto basse all’aria aperta, data la rapida dispersione e diluizione causata dagli agenti atmosferici. Diversa è la situazione nei luoghi chiusi, siano essi grotte, gallerie, tunnel o semplicemente locali abitativi o di lavoro: in tutti questi casi il gas Radon trova ostacolo alla dispersione nell’atmosfera, rimanendo di fatto “intrappolato”.
Nei luoghi chiusi possono quindi accumularsi concentrazioni anche molto elevate di Radon, in particolare nei locali interrati degli edifici, in primo luogo poiché questi ultimi sono quelli più prossimi al suolo da cui diffonde il Radon, in secondo luogo poiché sono spesso anche quelli meno aerati. Anche i piani terra, quando costituiscono il livello dell’edificio più prossimo al terreno, possono presentare concentrazioni elevate di gas Radon.
Dai rilievi di una recente indagine sul territorio italiano è stata rilevata una concentrazione media di attività del Radon pari a 108 Bq/m³ nelle cantine interrate, e maggiore di 200 Bq/m³ nel 12% dei casi e, ai piani terra, concentrazione media di attività pari a 98 Bq/m³ e maggiore di 200 Bq/m³ nel 7% dei casi, con valori massimi intorno ai 1000 Bq/m³.
Il valore della concentrazione di Radon in aria nei luoghi chiusi assume valori non prevedibili e assai variabili da luogo a luogo, a volte anche da edificio a edificio, nonché sicuramente variabili nel tempo, e dipende da molteplici fattori:
- l’emanazione del Radon dal suolo e, nel caso di grotte o caverne, anche dalle pareti e dalla copertura, variabile al variare della concentrazione locale di Ra- 226 e della permeabilità al gas Radon dei materiali presenti.
- i materiali usati nelle costruzioni, che contengono percentuali variabili di Radio-226, possono contribuire in modo significativo alla concentrazione di attività di Radon negli edifici.
- le caratteristiche costruttive e strutturali degli edifici, in particolare per quanto riguarda l’interfaccia edificio-terreno: l’assenza o l’inefficacia del vespaio, come la presenza di crepe e fessurazioni, nonché di aperture per il passaggio cavi e condotti, permettono al Radon, emanato dal suolo sottostante o anche dalle pareti perimetrali, di diffondere agevolmente all’interno dei locali.
- le caratteristiche di permeabilità al Radon dei rivestimenti delle pareti e dei solai, condizionano fortemente la diffusione del Radon negli ambienti, in particolare di quello proveniente dai materiali di costruzione.
- Effetti atmosferici e microclimatici, come le inversioni termiche o i differenziali di pressione, influenzano in maniera importante l’ingresso del Radon negli edifici e il suo trasporto, in alcuni casi anche ai piani più elevati.
- la concentrazione del Radon disciolto nelle acque terrestri che raggiungono il luogo chiuso per poi diffondere in aria, problema particolarmente sentito negli stabilimenti termali.
- il livello e le modalità di aerazione dei luoghi chiusi.