La Ventilazione Sotto l’edificio
L’estrazione di aria contaminata da radon grazie ad una ventilazione sotto l’edificio risulta essere una metodologia di protezione dal radon molto efficace.
L’estrazione di aria contaminata da radon grazie ad una ventilazione sotto l’edificio risulta essere una metodologia di bonifica radon molto efficace. Questa soluzione è però di difficile implementazione in molti edifici esistenti e può spesso causare perdite energetiche. Di seguito sono elencate le misure che possono essere implementate:
In sostanza si distinguono due metodologie di bonifica radon:
Ventilazione degli spazi presenti sotto l’edificio
Gli edifici privi di scantinati sono spesso costruiti sopra vespai, che riducono i problemi di umidità nella costruzione. Eventuali aperture dedicate alla ventilazione di questi spazi possono aiutare a proteggere efficacemente dal radon. Esse devono tuttavia essere eventualmente ingrandite o adattate secondo le necessità.
Possono inoltre anche essere installati dei ventilatori che hanno l’obiettivo di generare un flusso d’aria.
Esistono in questo caso due possibili metodologie di bonifica radon : si può favorire la circolazione dell’aria esterna attraverso le diverse aperture di ventilazione oppure si può rinunciare alla creazione di aperture di ventilazione cercando di mettere in depressione questo spazio. Tramite la depressione generata grazie a questa metodologia l’aria contaminata presente nel sottosuolo viene aspirata ed espulsa esternamente. Allo scopo di contenere le portate del ventilatore, le superfici a diretto contatto con il vespaio sottostante devono essere rese ermetiche.
La decisione di ventilare attivamente o passivamente questi spazi dipende sia dalle caratteristiche costruttive dell’edificio che dalle concentrazioni radon rilevate. L’utilizzo di un ventilatore risulta essere generalmente più efficace di una semplice ventilazione naturale.
Anche se una solo una parte della sottostruttura/del sottosuolo dell’edificio viene ventilata, l’effetto positivo di questo intervento di bonifica radon può essere rilevato in tutto l’edificio. La messa in depressione del sottosuolo innesca infatti un fenomeno di aspirazione più ampio che permette una riduzione delle concentrazioni radon in tutto l’edificio.
A seconda della posizione, le case terrazzate presentano un rischio radon più elevato in quanto hanno un’importante percentuale della superficie dell’involucro che si trova direttamente a contatto con il terreno. A dipendenza delle caratteristiche costruttive dell’edificio, la messa in depressione del terreno sottostante o dietro lo stesso è una soluzione sensata che in alcuni casi può essere favorita grazie ad aperture laterali.
Una leggera sovrappressione di 2-3 Pascal all’interno dell’edificio può evitare la penetrazione di aria contaminata da radon dal sottosuolo.
Nei locali in cui è presente un sistema di ventilazione, ossia in edifici con una ventilazione meccanica (con immissione e aspirazione), i volumi d’aria in entrata e in uscita possono essere stabiliti, a seconda dei casi, direttamente regolando i ventilatori.
Un volume d’aria immessa maggiore del 5 % rispetto al volume d’aria estratta genera una leggera sovrapressione all’interno dei locali. Questa minima differenza di pressione è difficile da generare e da regolare.
Negli edifici senza un sistema di ventilazione meccanica l’alternativa è l’installazione di un sistema di ventilazione con sola immissione.
Generando una sovrappressione nei locali potenzialmente o effettivamente contaminati, la protezione radon entra parzialmente in conflitto con le buone prassi delle certificazioni energetiche in termini di isolamento termico, protezione contro l’umidità e clima interno degli edifici.
Questo potenziale conflitto è dato dal fatto che produrre una sovrappressione causa l’uscita di aria attraverso i punti non stagni presenti nell’involucro. In quest’ottica, è inoltre importante considerare pure le perdite termiche dovute all’uscita dell’aria dall’involucro.
Anche per questa ragione è essenziale favorire un concetto di protezione che si basa su una sovrappressione minima e su una ventilazione tramite volumi d’aria contenuti. Solo attraverso uno studio dettagliato delle caratteristiche del fabbricato e la diagnosi mediante rilevazioni strumentali per determinare i punti caldi di risalita del gas radon consente di programmare e progettare una corretta e efficace sovrapressione dell’edificio ed una conseguente soluzione dell’inquinamento da gas radon.
L’aria è l’elemento che meglio trasporta il radon. Questo gas radioattivo può trovarsi in maniera concentrata nell’aria che si trova nel sottosuolo e con essa può raggiungere l’atmosfera e l’interno degli edifici. In determinate situazioni, in particolare nei locali chiusi ermeticamente o mal ventilati, la concentrazione di radon nell’aria ambiente può raggiungere valori critici e pericolosi.
Concentrazioni molto elevate vengono spesso rilevate nelle cantine, ma talvolta anche nei locali di soggiorno e negli uffici, in particolar modo se essi si trovano ai piani inferiori di un edificio.
Allo scopo di ridurre questo potenziale pericolo, deve essere ridotta, per quanto possibile, infiltrazione di aria contaminata all’interno dell’edificio. Quale accorgimento supplementare, al fine di contenere la problematica, è inoltre possibile utilizzare metodi per ricambiare l’aria contaminata.
I possibili accorgimenti possono essere suddivisi in cinque gruppi distinti:
Nell’ambito di queste cinque possibili tipologie di intervento vengono utilizzate diverse metodologie di ventilazione.
L’entrata del radon nei locali per diffusione, equiparabile alla diffusione del vapore acqueo, ha un’incidenza limitata rispetto alla penetrazione per convezione. Analisi hanno permesso di attribuire al fenomeno di diffusione solo una minima parte dell’ingresso di radon all’interno dell’edificio.
Nella progettazione l’involucro dell’edificio deve essere concepito e realizzato in maniera che sia ermetico. Vanno studiati valori limite e valori mirati per la permeabilità all’aria in funzione del fatto che l’edificio sia nuovo o risanato così come della modalità di ventilazione e del rispettivo sistema di ventilazione installato.
Va ricordato che l’ermeticità dell’involucro dell’edificio influenza anche la presenza di inquinanti indoor all’interno dei locali. Nei locali di soggiorno soggetti ad una depressione, l’aria in entrata viene a contatto con gli elementi di costruzione dell’edificio.
Ciò può avere conseguenze negative in quanto questi materiali possono contenere sostanze nocive. D’altro canto, un involucro dell’edificio non ermetico garantisce un costante ricambio dell’aria favorendo una diluizione delle concentrazioni di radon.
Ciò porta quindi a un possibile conflitto tra le strategie dedicate al raggiungimento dei vari obiettivi assegnati all’edificio (qualità dell’aria indoor e coibentazione termica), che deve essere valutato con i vari esperti. Quello che è tuttavia sicuro, è che rendere ermetici i passaggi presenti nei pavimenti e nelle pareti a contatto con il terreno rimane una strategia efficace per proteggersi dal radon.
Le superfici contro terra sono esplicitamente parte integrante dell’involucro. Le perdite vengono misurate applicando una differenza di pressione tra interno ed esterno dell’involucro di 50 Pascal. Non può essere tuttavia garantito che l’involucro dell’edificio sia ermetico al radon, in quanto singoli punti non ermetici possono causare l’entrata di radon.
Gli elementi di costruzione particolarmente critici devono pertanto soddisfare standard di ermeticità particolarmente elevati.
I flussi d’aria all’interno di un edificio sono causati da differenze di temperatura o di pressione generati naturalmente oppure da sistemi di ventilazione meccanici, principalmente dotati di ventilatori.
Ciò può causare notevoli consumi elettrici. Già a partire da una potenza installata pari a 50 W il ventilatore consuma più di 400 kWh all’anno. Inoltre un sistema di ventilazione meccanica, anche se composto da singoli ventilatori, necessita di periodica manutenzione.
È per questo motivo che sistemi passivi sono da prediligere rispetto a quelli attivi.